Prossimamente su www.AnarchoTV.tk - Sex pistols Oscenità e Furore


Prossimamente potrete scoprire la vera storia della band che ha fatto rivoluzionare l'Inghilterra e 3 generazioni di punk, il film documentario "Sex pistols Oscenità e Furore".

Recensione:


I Sex Pistols hanno prodotto un solo album nei loro 2 anni di esistenza. Eppure
hanno lasciato un segno indelebile nella cultura musicale, segnando un punto di passaggio obbligatorio per chiunque voglia comprendere cosa significhi la parola “rock”. La loro immagine di ribelli totali costantemente attaccati dalla censura, le loro oltraggiose performance a base di watt e sputi sulla folla hanno influenzato generazioni intere di musicisti, da Bowie ad Alice Cooper, fino ai Police. Dopo ventotto mesi in costante salita, tra sesso, droga e rock’n’roll, l’imprevisto esito fallimentare di un tour americano causa lo scioglimento della band. Da quel momento tutto va in pezzi. La fidanzata di Syd Vicious, il loro membro più carismatico, muore in modo misterioso, e Syd, ormai drogato senza la minima possibilità di recupero, finisce sotto processo. Verrà liberato su cauzione, ma di lì a poco morirà suicida, il 2 Febbraio 1979.

Il loro manager Malcom McLaren, non volendo rinunciare alla sua gallina dalle uova d’oro, produrrà nel 1981 un film, The great rock’n’roll swindle (La grande truffa del rock and roll), diretto da Julian Temple, che racconterà tra finzione e materiali di repertorio (di cui molti, incredibile, fasulli) come i Sex Pistols siano una sua creatura fatta – e disfatta – a tavolino. Che anche da morta continuerà a rendergli per molti anni, peraltro.
Sono passati venti anni da allora, e lo stesso Temple, dopo una carriera filmica non proprio esaltante (Absolute beginners, Le ragazze della terra sono facili, più un imprecisato numero di videoclip), torna a occuparsi dei Pistols dalla prospettiva opposta. Ripesca venti ore di materiale inedito e lo mixa vorticosamente con documentari dell’epoca, estratti di trasmissioni televisive, e film quali l’Amleto e il Riccardo III di Laurence Olivier.
Vi innesta interviste nuove di zecca ai superstiti della band (Johnny Rotten in testa) e a Malcom McLaren, realizzando un Blob che dovrebbe rappresentare lo “sguardo definitivo” sulla vera storia della band più dissacrante di tutti i tempi.
Tecnicamente, è un’operazione riuscita sotto ogni aspetto.
Del resto Temple è regista di videoclip, e utilizza tutti i trucchi del montaggio a sua disposizione. Sono presenti le prove, le esibizioni live, gli sputi sulla telecamera, i contrasti di immagine tra i membri della band e i manager della EMI, e i volti dei protagonisti - come sono oggi - non vengono mai visti dallo spettatore. McLaren ha il viso fasciato da un completo sadomaso e Rotten e soci sono inquadrati in controluce. I dialoghi a distanza tra di loro ben sottolineano la guerra (autentica?) che si è consumata nel corso degli anni: “Creare i Sex Pistols è stato come creare i miei piccoli furfanti…” “Io non posso essere creato…” “I Sex Pistols esistono perché dovevano esistere…” “Tutti sanno che Malcom dice solo cazzate…” e via dicendo.
Nonostante le inevitabili furbate, il film si rivela comunque un documento ricco e prezioso, che va a ripescare un periodo storico, quello dell’Inghilterra degli anni settanta, in cui il paese, sotto il pugno di ferro della Signora Margaret Thatcher, veniva schiacciato da un presente senza prospettive e che trovò nel furore dei Pistols la valvola di sfogo che ben rappresentava il disagio di una intera generazione. Non fosse altro che per aver così ben ricostruito questo contesto nei primi dieci minuti della pellicola (oltre ad averci riproposto pezzi come “Anarchy in the UK”, “Submission” e “God save the Queen”), che bisognerebbe ringraziare Temple.