6 Settembre 08 / Rivolta contro i fascisti di cuore nero a milano


Scontri tra militanti antifascisti dei centri sociali e polizia, contro i fascisti (schifosi) di cuore nero a milano;


Ultimamente in quanto a razzismo e a rigurgiti fascisti non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Sicuramente le manifestazioni più spettacolari del "nuovo ordine" che sta strisciando per l'Italia sono sotto gli occhi di tutti immediatamente evidenti per chi avesse anche solo la voglia di guardare; di certo non servono capacità soprannaturali per capire che il clima è dei peggiori e che i peggiori ne approfitteranno.
Nonostante scismi, divisioni e, fortunatamente, proteste la vicenda della prossima riapertura di "cuore nero" riassume molto bene quello che sta succedendo in Italia in questo periodo.
I vari cuori neri sparsi per l'Italia costituiscono il livello immediatamente osservabile di una serie di fenomeni che per larga parte rimangono sommersi o, come nel caso delle assurde ordinanze (leghiste o non), vengono abilmente nascosti sotto gli occhi di tutti.
Il neofascismo esplicito, visibilmente organizzato è una malapianta che necessita di cure continue e di un adeguato humus istituzionale fatto di revisionismo, connivenza ed emergenze mobilitate quando fanno comodo.
In questo senso parlare di un singolo cuore nero non ha senso perché i centri di produzione del fenomeno sono molteplici.
Per restare sul concreto basti ricordare l' appoggio para-ististuzionale fornito dalle amministrazioni di Rho e Milano in occasione di concerti neonazisti, oppure la disponibilità di industriali, finanzieri o politici neri a creare lobbies oppure a fornire spazi o capitali per rinverdire i fasti del neofascismo lombardo.
Eppure anche qui, a questo livello, si rischia di non cogliere appieno la gravità del fenomeno i cui centri di produzione sono molto più diffusi e non tutti di matrice esplicitamente fascista, restano annidati nelle amministrazioni e in quella infame pratica del controllo metropolitiano che sposa perfettamente gli interessi di chi specula, di chi accoltella e di chi governa.
Allora sgomberi e vilipendio della memoria storica diventano funzionali alla pacificazione urbana necessaria perché si possa utilizzare la città e i suoi abitanti come "materia prima" per palazzinari.
Il colore dell'amministrazione c'entra relativamente poco poiché pratiche simili trovano le loro radici nell asfissiante Milano e nella defunta Bologna, nel razzismo nazi-padano cosi come sotto la maschera capitolina dell' "equidistanza" veltroniana poi superata in coerenza ideologica dal suo successore.
Proprio gli atteggiamenti di "equidistanza" mantenuti in spregio ai valori della repubblica fondata sulla resistenza costituiscono un altra tessera del mosaico: a roma dove è stata permessa la creazione dei primi semi del network di "casa pound", un altro dei piccoli motori dell' estrema destra italiana, che ha recentemente dato vita all'occupazione, di breve durata, di un cascinale nella campagna bresciana; o nella vergogna di vedere un comune di una città medaglia d'oro per la resistenza costituirsi parte civile in un processo contro degli antifascisti.
Forse questo ultimo atto spiega piu di mille parole dove nasca l' onda lunga del neofascismo italiano, non solo dalle curve nere o dai covi nazisti ma dall' interno delle stesse istituzioni per cui democrazia e memoria storica sono diventate soltanto un ingombro.

Da: lombardia.Indymedia.org

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